Il beato

Vita di Francesco Faà di Bruno

Francesco Faà di Bruno (Alessandria, 29 marzo 1825 – Torino, 27 marzo 1888) è stato un presbitero, ufficiale e matematico italiano. Ufficiale dell’esercito sabaudo, professore di matematica presso l’università e l’accademia militare di Torino: pubblicò importanti studi sulle teorie dell’eliminazione e degli invarianti e sulle funzioni ellittiche. In seguito venne ordinato sacerdote e fondò l’Opera di Santa Zita, la congregazione delle Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio e un istituto scolastico a Torino con una scuola superiore che è oggi il Liceo Faà di Bruno: è stato beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 1988.

Infanzia, adolescenza e studi

Fu il dodicesimo e ultimo figlio di Luigi, marchese di Bruno, e di Carolina Sappa de’ Milanesi. Fratello minore del futuro capitano di vascello Emilio Faà di Bruno, proveniva da una famiglia della nobiltà piemontese. Il suo nome completo è Francesco da Paola, Virginio, Secondo, Maria. Nel 1834, a 9 anni, perse la madre. Nel 1836 entrò nel collegio dei Padri Somaschi a Novi Ligure. Nel 1840 entra nell’accademia militare di Torino.

Militare

Divenuto ufficiale, fu assegnato a studi geografici e alla realizzazione di cartografia. Nel 1848 partecipò alla Prima guerra di indipendenza italiana. Combatté a Peschiera e prese rilievi topografici del territorio lombardo che l’esercito piemontese percorse, ciò gli permise di realizzare la Gran carta del Mincio, che poi fu molto utile ai piemontesi durante la seconda guerra d’indipendenza nel 1859 contribuendo alla vittoria nelle battaglie di Solferino e San Martino. Nel 1849 fu promosso Capitano di Stato Maggiore. Rimase ferito in combattimento a Novara. Ricevette, per il suo comportamento in battaglia, una decorazione. L’esercito lo inviò a Parigi, alla Sorbona, perché potesse approfondire gli studi matematici e astronomici. Conseguì il diploma nel 1851. Nel 1853 chiese ed ottenne il congedo per motivi di studio. Influì pesantemente in questa sua scelta la decisione di rifiutare di battersi in duello con un ufficiale che lo aveva offeso. Il suo rifiuto per motivi di coscienza lo aveva posto in uno stato di isolamento in quanto il duello, sebbene vietato, era considerato all’epoca alla stregua di un obbligo morale.

Scienziato

Nel 1855 cominciò a lavorare presso l’Osservatorio nazionale francese sotto la direzione di Urbain Le Verrier. Nel 1857 inizia ad insegnare all’Università di Torino Matematica e Astronomia. Da allora non cessò mai di insegnare, soprattutto all’università ma anche nell’Accademia Militare e nel Liceo Faà di Bruno. Per le controversie fra il mondo cattolico e lo stato italiano, in quel periodo anticlericale, non fu mai nominato professore ordinario. Fu nominato professore straordinario solo nel 1876. Il contenuto dei suoi corsi spaziava in ambiti inusuali: ad esempio la teoria dell’eliminazione, la teoria degli invarianti e le funzioni ellittiche. Pubblicò vari trattati e memorie. Nel 1859 pubblicò a Parigi, in francese, la Théorie générale de l’élimination, in cui viene fornita la formula, che da lui prende il nome, della derivata n-esima di una funzione composta. Il suo nome in matematica è però legato soprattutto al trattato sulla teoria delle forme binarie.

Progettista

Oltre a varie strumentazioni per la ricerca scientifica, nel 1856 di fronte alla cecità di una sua sorella (Maria Luigia) progettò e brevettò uno scrittoio per ciechi. Nel 1878, poi, avvertendo la necessità di scandire i tempi della giornata brevettò uno svegliarino elettrico.

Ingegnere

Eseguì i calcoli costruttivi e seguì la realizzazione del campanile della chiesa di Nostra Signora del Suffragio, a Torino, a volte conosciuta come chiesa di Santa Zita, collaborando con Arborio Mella che progettò la chiesa nel suo complesso. Si trattava, all’epoca, del secondo edificio più alto della città dopo la Mole: oltre 80 metri. Il motivo per cui volle realizzare questa opera è prettamente sociale. Voleva evitare che le lavoratrici e i lavoratori della città venissero ingannati sull’orario di lavoro, e aveva calcolato che un orologio di due metri di diametro, collocato sulle varie facce del campanile a 80 metri di altezza, sarebbe stato visibile in gran parte della città e liberamente consultabile da tutti.

Uomo di Fede

Fu costantemente un uomo di fede. Nel periodo in cui fu militare scrisse un Manuale del soldato cristiano. Visse con disagio il suo desiderio patriottico di vedere l’Italia unita, di fronte all’ideologia anticlericale che permeò la sua concreta realizzazione. Da scienziato testimoniò sempre di trovare un’assoluta armonia fra la scienza e la fede. Come amante della musica pubblicò una rivista di musica sacra: la Lira cattolica. Egli stesso, come accennato, compose delle melodie sacre la cui semplicità e senso di pace fu apprezzata da Franz Liszt. Fondò scuole di canto domenicali frequentate da quelle donne di servizio a cui dedicò gran parte delle sue opere. All’epoca, infatti, la situazione delle donne di servizio era molto disagevole, per non dire degradata: sfruttamento del lavoro, povertà, emarginazione erano all’ordine del giorno. Era frequente, poi, che una donna di servizio rimanesse incinta e venisse allontanata dalla famiglia. Intraprese una rete di attività in aiuto di queste persone: una delle istituzioni che fondò fu, tra l’altro, una casa di preservazione per ragazze madri. Il cardine centrale di questa attività fu l’Opera di Santa Zita fondata nel 1859. Aprì un Collegio professionale con ritiri estivi a Benevello d’Alba. La costruzione della chiesa di Nostra Signora del Suffragio alla quale abbiamo già accennato, iniziata nel 1868 nel quartiere di San Donato (il Borgo) fu a servizio di tale opera. Nacque una congregazione di suore: le Minime di Nostra Signora del Suffragio. La consegna delle mantelline alle prime postulanti avvenne nel 1869, ma le prime professioni solenni poterono avvenire solo nel 1893, dopo la sua morte, perché fu necessario attendere il riconoscimento ufficiale della Chiesa che, nel suo livello gerarchico, espresse inizialmente qualche diffidenza. Fu amico di Don Bosco, il quale operava a Torino in quello stesso periodo. Il 22 ottobre 1876 venne ordinato sacerdote. Desiderava questa ordinazione anche per seguire meglio la congregazione di suore. Attorno alla congregazione sorsero diverse opere, fra cui – fin dallo stesso anno 1868 – un complesso scolastico che esiste tuttora, con una scuola superiore che è oggi il Liceo Faà di Bruno.

Beato

Morì improvvisamente per un’infezione intestinale, poco dopo Don Bosco. Fin da subito ebbe fama di santità. Fu riconosciuto beato nel 1988, nel centenario della sua morte. Il 27 marzo è anche la data stabilita per la memoria liturgica del beato. Il beato è patrono del Corpo degli Ingegneri dell’Esercito Italiano (già Corpo Tecnico).